venerdì 16 dicembre 2022

FERITE: ARMI DA TAGLIO E DA PUNTA, CORPI CONTUNDENTI, MANI NUDE –

Nella narrativa come nel cinema esistono spesso situazioni in cui vengono, descritte o mostrate, scene in cui i personaggi si affrontano in un combattimento, che non comprende l’uso di armi da fuoco, ma soltanto l’uso di armi da taglio e da punta, quali coltelli, machete, pugnali, ecc., armi o oggetti contundenti: bastoni, mazze da baseball, spranghe, manganelli, armi improvvisate, ecc., o addirittura a mani nude: pugni, calci, gomitate o ginocchiate.

Sono certamente scene plausibili e possibili, ma spesso sono gli effetti e le conseguenze riportati da questo o da quel personaggio, che non corrispondono esattamente alla realtà.

In questo breve excursus cercherò di illuminarvi su questo genere di situazioni, che sovente potrete trovarvi ad affrontare durante la stesura di un libro.

Iniziamo col precisare che, durante una situazione di stress(combattimento/scontro/pericolo) il corpo umano è ottimizzato a reagire dalla reazione “fight or fly”(Combatti o fuggi).

Cosa succede durante la risposta Fight-or-Flight?

L’amigdala, situata nell’encefalo, è la sentinella delle emozioni umane e percepisce all’istante un eventuale segnale di allarme. Questa ghiandola agisce sull’ipotalamo che a sua volta stimola l’ipofisi, portando alla secrezione dell’ormone ACTH (adenocorticotropo); nello stesso momento, il sistema nervoso simpatico stimola la ghiandola surrenale al rilascio di adrenalina. L'ACTH è importante per la secrezione del cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, anch'esso rilasciato dalla stessa ghiandola. La messa in circolo di questi ormoni innesca una serie di fenomeni: il battito cardiaco accelera e con esso aumenta la pressione del sangue, la frequenza respiratoria accelera, la digestione rallenta e si riscontra una deviazione del flusso sanguigno ai principali gruppi muscolari allo scopo di dare al corpo una sferzata di energia e forza. Il corpo diventa teso, pronto a reagire. Vi sono segnali, visibili sul nostro corpo, che mostrano l’attivazione di questo meccanismo di difesa.

Le pupille si dilatano poiché nel momento del pericolo, il corpo si prepara a essere consapevole di ciò che lo circonda. La dilatazione consente la ricezione di più luce e quindi una migliore visione dell'ambiente circostante.

La pelle diventa più pallida o arrossata, poiché il flusso sanguigno alle aree superficiali del corpo viene ridotto, aumentando in questo modo il flusso del sangue verso i muscoli, il cervello, le gambe e le braccia. È comune osservare del pallore o l’alternanza tra un viso pallido e arrossato quando il sangue scorre alla testa e al cervello. La capacità di coagulazione del sangue del corpo aumenta anche per prevenire un'eccessiva perdita di sangue in caso di lesioni.

La frequenza cardiaca e respirazione accelerano così da fornire al corpo l'energia e l’ossigeno necessari per alimentare una risposta rapida al pericolo.

Il corpo avverte tremori a causa dell’irrigidimento dei muscoli che si preparano all'azione.

Questa risposta allo stress spesso aiuta a ottenere risultati migliori in situazioni in cui si è sotto pressione, per incrementare la performance, al lavoro come a scuola. Nei casi in cui la minaccia pone in pericolo la vita, questo meccanismo gioca un ruolo fondamentale.

Sebbene questa reazione avvenga in maniera automatica ed involontaria, non significa che sia sempre accurata: spesso il nostro corpo reagisce a minacce trascurabili tramite questo meccanismo e le fobie sono esempi di come la risposta di lotta o fuga potrebbe essere falsamente innescata di fronte a una minaccia percepita. Ad esempio, una persona che soffre di acrofobia, quindi terrorizzata dalle altezze, potrebbe sperimentare una reazione acuta allo stress salendo con l’ascensore verso un piano alto di un grattacielo.

Ora… nonostante tutte le precauzioni che il nostro corpo è in grado di mettere in atto, non dobbiamo dimenticare che la nostra capacità combattiva o di reazione dipende comunque in gran parte dal genere di trauma che ci viene inferto.

Vedere il personaggio che, dopo aver subito un colpo dal “cattivone” di turno, dato a tutta forza, con una mazza da baseball, su una qualsiasi parte del corpo, si rialza in piedi e riprende a combattere… è una cosa che non sta né in cielo né in terra! Se pensiamo che la forza generata da un pugno di un pugile professionista, categoria pesi massimi, può arrivare a 6.000/6.500 KiloNewton (che sono tanti…), vi lascio immaginare cosa può fare un colpo del genere.

Se vi colpisce su un braccio, potete dire addio al vostro omero, sulla schiena?...

La vostra destinazione sarebbe quasi certamente una sedia a rotelle!

Persino un semplice pugno in faccia non è uno scherzo! Posso assicurarvi personalmente che incassarne uno… farà ben più che spettinarvi il ciuffo! Una testata? Non voglio neanche parlarne! È come essere colpiti in faccia da una palla da Bowling sparata da un cannone!

Per entrare nei dettagli, un colpo con uno sfollagente sulla testa può mandarvi dritti in ospedale con un trauma cranico e relativa perdita di conoscenza, o “sbriciolare” il radio e l’ulna del braccio con cui cercate di proteggervi. Lo stesso dicasi per spranghe di ferro, martelli, manici di piccone, sedie e sgabelli… o altro.

Passiamo ora ad esaminare le ferite inferte con armi da punta e da taglio.

Esiste un’infinita tipologia di questo genere di armi: stiletti, pugnali, coltelli (che sono diversi dai pugnali…), baionette, spade, machete di vario genere, asce, ecc.

Sono tutte armi in grado di cagionare lesioni gravissime e altamente incapacitanti. Uno “slash” (Fendente) con un coltello da macellaio, concepito per tagliare la carne, può staccare un braccio di netto o tagliare i tessuti fino ad arrivare all’osso, con conseguente danno a vasi arteriosi/venosi, tendini, nervi e legamenti. Insomma… anche una coltellata non è una passeggiata di salute! Ma attenzione, la morte non sopraggiunge quasi mai all’istante (a meno che non venga recisa la testa con un machete o una spada, o che venga spaccato il cranio con un’ascia. O un affondo diretto al cuore. Che, con un taglio di 3 pollici e 1/2 (largo - 8,89 cm), si avrà la perdita di coscienza istantanea e la morte in 3 secondi)

Qui di sotto troverete una tabella che vi darà un’idea più precisa…

ARTERIA FEMORALE: con un taglio di 1/2 pollice (medio - 1,27 cm) si avrà la perdita di coscienza in 10/12 secondi e la morte in circa 30/40 secondi (sempre secondo il peso corporeo)

ARTERIA BRACHIALE: con un taglio di 1/2 pollice (medio - 1,27 cm) si avrà la perdita di coscienza in 14 secondi e la morte in 1 minuto e 30 secondi.

ARTERIA RADIALE: con un taglio di 1/4 di pollice (piccolo - 0,64 cm) si avrà la perdita di coscienza in 30 secondi e la morte in 2 minuti;

CAROTIDE: con un taglio di 1 pollice e 1/2 (largo - 3,81 cm) si avrà la perdita di coscienza in 5 secondi e la morte in 12 secondi.

SUBCLAVICOLA: con un taglio di 2 pollici e 1/2 (largo - 6,35 cm), si avrà la perdita di coscienza in 2 secondi e la morte in 3 secondi e ½.

STOMACO: con un taglio di 5 pollici (largo - 12,7 cm), si avrà la perdita di coscienza dipendente dalla profondità del taglio e lo stesso dicasi per i tempi della morte.

Da questa tabella si evince l'importanza di proteggere certe parti del corpo, che se colpite, porteranno a morte certa in pochi secondi. Ma cosa succede al cervello? Una grave emorragia farà improvvisamente scendere la pressione sanguigna e l'ossigenazione del sangue al cervello (ciò si manifesterà prima in vertigini e poi in svenimento).

In tempi che si avvicinano al minuto, i tessuti cerebrali avranno consumato tutto l'ossigeno a disposizione senza averne apportato di nuovo dal sangue. È quindi inconfutabile che in questo tempo il cervello è ancora perfettamente reattivo e può ancora dare dei comandi al corpo.

Oltre alle ferite mortali alle arterie ne esistono di invalidanti (recidere i tendini dell'avambraccio, ad esempio, significherà non usare la mano per continuare ad afferrare il coltello e gravi difficoltà nella difesa disarmata).

PUNTI INVALIDANTI

I tagli di coltello rivolti al danneggiamento di tutti gli altri organi che non provocano la morte ''certa'' li definiamo come invalidanti al proseguo del combattimento. Possiamo indicare questi punti partendo dall'alto del corpo umano e li riuniamo rispettivamente in: nuca, occhi, trachea, milza, fegato, polmoni e le articolazioni degli arti. La distruzione di queste zone offre un controllo efficace dell'avversario e in alcuni casi anche la morte.

Partiamo ad analizzare i punti elencati.

NUCA

1)) A livello osseo, le vertebre cervicali (a partire dal cranio, dalla prima alla sesta). Le stoccate di coltello in questa zona sono estremamente mortali e i colpi di crasher debilitanti.

2)) A livello nervoso, il cervelletto e il midollo allungato (sotto di esso): Le stoccate di coltello in questa zona sono mortali e i colpi di crasher debilitanti e potenzialmente mortali.

OCCHI:

1) Le cornee: i tagli di coltello in questa zona provocheranno un fortissimo dolore e cecità e i colpi di crasher potrebbero far esplodere la cornea;

2) L'encefalo: le stoccate di coltello in questa zona sono mortali in quanto la lama potrebbe oltrepassare l'osso sfenoide (posizionato dietro le cornee e unica barriera dell’encefalo).

TRACHEA:

I tagli di coltello in questa zona, che danneggino la trachea al punto da tale da reciderla o da provocarne il gonfiore sono mortali (causa soffocamento).

MILZA

E' un organo con una forte vascolarizzazione. Le stoccate di coltello in questa zona porteranno ad una immediata e inarrestabile emorragia interna.

FEGATO

E' un organo con una forte vascolarizzazione. Le stoccate di coltello in questa zona porteranno ad una immediata e inarrestabile emorragia interna.

MANI NUDE –

Dobbiamo necessariamente fare alcune doverose considerazioni, prima di entrare nei dettagli.

La prima considerazione è che un aggressore ha una stazza considerevole (dai 90 kg in su) è un problema! Non è necessario che sia un esperto di combattimento o di arti marziali. Se voi pesate 60 kg, mentre lui pesa oltre il quintale, se ci molla anche solo uno schiaffo, può farvi perdere conoscenza se non peggio. Ad esempio, può benissimo sfondarvi un timpano se vi colpisce a un orecchio, o addirittura provocarvi un “colpo di frusta” o una lussazione alle vertebre cervicali. Un solo pugno può ridurvi le ossa del volto in frantumi, o spaccarvi addirittura il fegato o la milza con un calcio. In sintesi può uccidervi! Se poi è pure un esperto, conoscerà sicuramente tecniche in grado di provocare la morte in modo quasi istantaneo (pugno sulla trachea, gomitata alla tempia o sulla “rocca pietrosa” (dietro l’orecchio), può strangolarvi, o rompervi l’osso del collo. Stessa cosa se avete la sfortuna di trovarvi davanti un soggetto sotto ‘effetto di anfetamine o cocaina. In questo caso i suoi freni inibitori saranno soppressi dall’effetto delle droghe che ha assunto, facendogli raggiungere livelli di ferocia che sarà possibile controllare solo grazie a una cartuccia calibro 12 a pallettoni sparata dritta in faccia! Piccola curiosità… esiste un trauma da impatto a “bassa velocità” che può cagionare la morte per arresto cardiaco. Questo tipo di trauma si chiama: “Commotio Cordis”.

La commotio cordis è l’arresto improvviso del cuore, causato da un trauma alla parte anteriore del torace. In genere, questo trauma implica un oggetto duro che si muove velocemente (come una palla da baseball o un disco da hockey… ma anche un forte pugno…). Pertanto, la commotio cordis si verifica generalmente nei giovani durante l’attività sportiva.

Il motivo esatto dell’arresto cardiaco non è noto, ma la commotio cordis non deriva da un disturbo cardiaco di base né da danni fisici al muscolo cardiaco. Alcuni esperti ritengono che l’arresto cardiaco si verifica perché il trauma avviene in un momento critico durante il ciclo che produce ciascun battito cardiaco. Il trauma interrompe quindi i segnali elettrici necessari affinché il cuore possa proseguire a pompare sangue in modo continuo e regolare.

Spero che questo articolo possa tornarvi utile…

 

Bryan Torrigiani