giovedì 20 ottobre 2022

Intossicazione da acqua ed alterazioni psicotiche

 

- Per i buoni, è una patologia non semplice da diagnosticare, spesso confusa con la schizofrenia. L'eziologia a tutt'oggi non è chiara, e molti sintomi sono comuni alle due patologie,
 
- Per i cattivi: A livello medico, individui con QI elevato possono "convivere" con questa patologia, pur essendo affetti da allucinazioni e convulsioni. non è difficile creare Jeckyll & Hyde in tale salsa medica...

La polidipsia psicogena è una patologia di natura psichica che include dei fattori di disturbo comportamentale di tipo “alimentare”, come la bulimia o l’anoressia nervosa. I soggetti che ne sono affetti sono come “drogati” dal bisogno compulsivo di ingerire dei liquidi, in particolare l’acqua, senza avvertire il reale bisogno della sete. Viene detta anche potomania, dal latino potus, bere. Generalmente tale comportamento è associato ad un forte stato di ansia e altri disagi psicologici (vedi dopo).

In sintesi, la potomania potrebbe essere raffigurata come la degenerazione psichica della pubblicità dell’acqua minerale Rocchetta: “Puliti dentro, belli fuori”.

Ovvero, vagonate di acqua per risciacquare il corpo, nel tentativo di rendere linda l’anima.

Non c’è una vera e propria statistica medica attinente alla soglia assoluta di acqua ingerita che definisca la situazione come patologica. Generalmente si riguarda ad un quadro di parametri complessivi, quali ad esempio la quantità d’acqua lorda ingerita ogni giorno (almeno 7 litri), il rapporto tra il liquido ingerito ed il peso corporeo dell’individuo, le condizioni ambientali, nonché la quantità giornaliere di urine espulse dall’organismo (almeno 4, 5 litri). Per i lettori più “golosi”, sappiate che la scienza medica oggi accoglie nel suo seno la dizione di “beer potomania”, ovvero il consumo smodato di birra (tale patologia però attiene alle famiglie di malattie strettamente legate all’alcolismo).

Gli effetti della potomania sull’organismo sono intuibili, anche senza essere un medico: la diluizione del sangue e dei minerali presenti nell’organismo può indurre uno squilibrio elettrolitico!

In particolare l’abbassamento del sodio nel corpo implica sintomatologie quali agitazione, nausea, vomito, edema cerebrale e convulsioni, fino alle allucinazioni o lo stato confusionale. In casi gravissimi si può giungere sino allo stato di coma. E tutto ciò solo per quanto attiene il sodio! La mancanza del suo amico, il potassio, può comportare serie conseguenze sul sistema cardiocircolatorio. Il deficit di calcio può altresì implicare un quadro di osteoporosi. Il tratto intestinale potrebbe dilatarsi per l’eccessivo passaggio di liquidi, e alcuni fenomeni erniosi potrebbero sovvenire.

Fin qui, un breve excursus sul quadro clinico della patologia.

Ma è nel mondo della psichiatria che si muovono le sue vere “zone d’ombra”; quel sottile limes che separa gli effetti collaterali di una patologia dall’alterazione psicotica di base che ne è la causa primaria. Entrambi i fattori possono essere forieri di improntare le azioni scellerate di un individuo labile, come tutti i giallisti e gli esperti legali ben sanno.

Ebbene, sappiate che sin dal 1935 la potomania è stata inquadrata nella grande famiglia della schizofrenia. Oggi non è più così: l’eziologia della polidpsia è incerta. Ma questa vera e propria “intossicazione da acqua” condivide con la sorella maggiore schizofrenia alcuni sintomi quali stati confusionali, ed allucinazioni. In assenza di un’anamnesi approfondita del paziente, può essere facile per uno specialista sanitario confondere le due patologie. Allo stesso tempo, se il “paziente” simulasse un’arsura senza fine, in carenza di un quadro clinico preciso, i sintomi complessivi potrebbero indirizzare lo specialista verso la diagnosi di un diabete mellifluo (il corpo ricerca l’acqua per diluire gli zuccheri che non riesce a metabolizzare correttamente). Ancora, la potomania potrebbe scaturire come effetto collaterale della somministrazione di alcune terapie farmacologiche psicotrope.

Siamo giunti così al cuore del discorso: a dispetto di ciò che si possa immaginare la polidpsia “semplice” (non ancora in fase irreversibile) è una patologia che può colpire individui dai quozienti di intelligenza molto elevati. Queste persone, finché non giungono alla fase dell’overdose, avvertono invece un migliore funzionamento pre-morboso del proprio corpo, e, in generale una sintomatologia positiva in fase di assunzione dei liquidi.

Come ho scritto prima: “Puliti dentro, belli fuori”.

Ma ciò non implica che essi non siano degli schizofrenici, o dei para-schizofrenici. Il soggetto polidpsico “evoluto” condivide infatti con lo schizofrenico una serie di rituali ossessivi e meccanismi di controllo non razionali, focalizzati sulla quantità di acqua da ingerire per raggiungere una sensazione di appagamento. In realtà, questo comportamento compulsivo è legato ad un diorama di ansie e altri disagi psicologici; l’individuo dotato di un quoziente di intelligenza superiore, è consapevole dei demoni che tormentano la sua anima, ma non riesce a scacciarli. Convive con uno stato di tensione perenne, alimentando eccessivamente l’organismo di liquidi nel tentativo di pulirlo dalla lordura emotiva che lo predomina. C’è un fuoco perenne che arde in questi individui, che va spento con l’acqua.

Questo stato di cose, alla lunga, può comportare delle compromissioni cognitive e alterazioni psicotiche della percezione della realtà. (ad esempio spunti deliranti a sfondo persecutorio, intenso stato di ansia ed agitazione e numerose preoccupazioni ipocondriache) e di conseguenza possibili azioni fuori dalla norma.

In senso letterario, questi individui potrebbero apparire come la classica maschera del Dott. Jekyll e Mr. Hyde, nella misura in cui essi si sforzino di condurre un’esistenza apparentemente normale, salvo il bisogno si smorzare la tensione emotiva assumendo liquidi in eccesso, con il rischio di subire le alterazioni psicofisiche spiegate.

Per i soggetti affetti da una vera e propria intossicazione idrica, all’opposto, si notano maggiori compromissione cognitive, abuso di sostanze nocive quali quelle contenute nelle sigarette, dilatazione ventricolare, sintomatologia negativa, cronicizzazione della malattia.


Torniamo al potomane “semplice”, dall’altro quoziente intellettivo: quest’individuo è un paziente affetto da una particolare forma di schizofrenia, incapace di gestire le proprie azioni, sotto l’effetto di convulsioni e allucinazioni? Oppure è un essere umano consapevole, incapace di gestire i suoi demoni, disposto ad accettare i rischi collaterali del suo bisogno di risciacquo dell’anima?

Non lo sappiamo per certo.

Le cause della potomania sono ancora poco conosciute, ma è probabile sia legata ad una multifattorialità di origine psicologica, genetica e ambientale. Tra i molteplici meccanismi coinvolti, sembrano esistere delle evidenze di natura biologica correlate al coinvolgimento di alcune alterazioni dei neurotrasmettitori cerebrali e sono state ipotizzati delle anomalie nel funzionamento di ipotalamo ed ippocampo. Inoltre, come detto la potomania potrebbe manifestarsi come effetto collaterale all'assunzione di farmaci psicotropi.

 

Morale della favola: anche gli angeli possono tramutarsi in demoni. La nostra amica acqua, l’elemento vitale per antonomasia, potrebbe mutarci in degli individui psicotici.

 

 

Bibliografia:

 

https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/intossicazione-da-acqua.html

https://www.my-personaltrainer.it/salute/potomania.html

https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/intossicazione-da-acqua.html

lunedì 10 ottobre 2022

SILENZIATORI IMPROVVISATI

 

La faccenda dei silenziatori per armi è molto complessa e lunga per cui spiegarli per intero risulta complicato. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza, prima di affrontare l’argomento di cui tratta questo piccolo articolo, dobbiamo capire come funziona questo dispositivo.


Un’arma da fuoco emette 3 rumori all’atto dello sparo:

1) i rumori meccanici dell’arma stessa (otturatore, scatto del percussore ecc.)

2) i rumori derivanti dall’espansione dei gas nella canna

3) i rumori prodotti dal proiettile quando attraversa l’aria e impatta sul bersaglio.

Il silenziatore può agire solo sul rumore che fuoriesce dalla bocca dell’arma (punto 2) e quindi non sui rumori diversi, come quelli del punto 1 o anche il rumore dei proiettili

(Per questo, molto spesso, nelle armi silenziate vengono utilizzati proiettili subsonici, che vedremo più avanti in un altro articolo).
Tutti i silenziatori mirano a diminuire l’energia di espansione dei gas di sparo. Per fare ciò usano procedimenti differenti: l’espansione di gas in un contenitore, dove possono mescolarsi con l’aria, riduzione della temperatura dei gas, trasformazione dei gas in lavoro… insomma la materia è piuttosto varia e complessa.

Un mito da sfatare è quello che i silenziatori attenuino del tutto il rumore dello sparo, come accade nei film. In realtà la funzione di un silenziatore non è quella di “non far sentire lo sparo” (a meno che non si disponga di silenziatori di grosse dimensioni… e qui stiamo parlando di pistole), ma quello di far confondere il rumore dello sparo, altrimenti riconoscibile, con qualche altro rumore ambientale.

I silenziatori possono essere incorporati, come nella pistola mitragliatrice H&K MP5SD con silenziatore integrato, che possiede un’efficacia tale da rendere più udibile il rumore della chiusura e apertura dell’otturatore che non quello dello sparo.
Chiarita questa doverosa premessa, possiamo affrontare l’argomento vero e proprio.

Per assemblare un silenziatore improvvisato, abbastanza efficiente, occorre un minimo di tempo, altrimenti possiamo scordarci di ottenere un risultato apprezzabile.

Quando, nei film, il personaggio prende una patata e ci infila direttamente la canna dell’arma, oppure quando prende il classico cuscino.Tali espedienti non riuscirebbero in nessun modo ad attenuare il rumore della detonazione di un proiettile calibro 9mm o di una 357 Magnum. Parlando in termini tecnici, queste sono stronzate!

Ma se abbiamo modo, usando materiali facilmente reperibili si può ottenere qualcosa di decente.

A tale scopo, possono essere usati:

1) Una bottiglietta di plastica da 500cc. riempita di ovatta o fogli di giornale accartocciati, fissata alla bell’e meglio alla canna sul vivo di volata (Bocca della canna) usando del nastro adesivo.

2) Un filtro dell’olio di un’auto, usando sempre nastro adesivo per il fissaggio (un proiettile è in grado di perforarlo agevolmente).

3) Un lavoro più complesso potrebbe essere quello di assemblare due tubi di pvc ad alte pressioni idrauliche (quelli azzurri per le caldaie per intenderci!). Uno più grande di circa 40mm di diametro, l’altro con lo stesso diametro del calibro dell’arma e perforato in vari punti lungo tutto la sua lunghezza, infilato dentro il tubo più grande e tenuto in sede da dei distanziali o riparelle. In questo modo si formerà una camera vuota, dentro la quale sarà inserita della lana d’acciaio, della lana fono-assorbente per edilizia o dei dischetti di cartone, dello stesso diametro interno del tubo più grande e con un taglio a croce al centro, dove dovrà passare il proiettile.


 

A volte può essere necessario agire anche su silenziatori veri e propri. Un esempio potrebbe essere quello di cambiare, dopo una decina di colpi, la lana d’acciaio all’interno perché si deteriora facilmente. I professionisti usano anche delle accortezze o dei “trucchetti”, come quello di riempire un silenziatore di schiuma da barba spray per sigillarlo meglio. 

Silenziatore improvvisato

In ogni caso, ricordate che è molto importante la scelta del munizionamento. Risulta molto meno complicato silenziare una munizione calibro 22 Long Rifle che una calibro 9mm Parabellum. Questo perché nel calibro 22 avremo dei valori pressori e delle velocità che meglio si prestano a questo scopo, rispetto alla potente munizione calibro 9mm.

Un paio di proiettili calibro 22LR nel cranio funzionano esattamente come un proiettile calibro 9mm Parabellum…

 

Bryan Torrigiani